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Sono andata a Livorno per imparare 3 cose sulla vita e lo studio

“Non sono occhi che si incontrano ma anime che danzano, che si accordano tra loro facendosi spazio a vicenda fino a che non esistono più nascondigli” Sono a Roma. A casa. Stanca e felice. Questo weekend sono stata a Livorno per un concerto di coro ed è stato a dir poco… magico. Per una serie (s)fortunata di eventi ci siamo ritrovate a Livorno senza la nostra direttrice e con qualche assenza (Marghe, sei sempre nei nostri cuori). Ora, se voi avete una vaga idea di cosa significhi cantare in coro potrete capire quanto sia difficile non avere il direttore a guidarti e aiutarti a trasformare semplici note in musica. La prossima volta che penserete che si tratta solo di una persona che agita le mani un po’ a caso, ricordatevi delle mie parole: serve, e manco poco. Ad ogni modo, il concerto era confermato e noi non potevamo non esibirci, direttrice o meno. Armate di flessibilità mentale e spirito di squadra, abbiamo organizzato il repertorio, provando i brani senza la nostra Camilla. È stato un esercizio mentale faticoso perché non c’erano scuse che tenessero, l’unica cosa da fare era ascoltarsi. E per farlo bisogna restare nel qui ed ora. Mica spicci. Arrivata l’ora del concerto, io mi sentivo euforica. Stavamo per fare qualcosa di straordinario e lo stavamo facendo insieme, compatte. Ci siamo schierate a semicerchio, Veronica ha dato le note ed è partita la magia. Potreste pensare che una volta che sai cantare basti aprire la bocca e tutto andrà bene… In realtà non è così. Di solito pensiamo sempre alle note, al dopo, al passaggio più difficile e crediamo che la riuscita del brano dipenda da quello. E invece è l’attimo prima a fare la differenza. Per fare la magia bisogna respirare. Respirare bene. In gruppo, come un’anima sola. Non so neanche spiegarvi l’emozione che mi porto nel cuore al ricordo degli sguardi carichi di intesa che ci siamo scambiate durante il concerto. Quando si canta si instaura una connessione così profonda che in un semplice sguardo si trova conforto, comprensione, passione, forza e tanta, tanta bellezza. Da questa esperienza mi porto a casa tante emozioni e tre insegnamenti di vita fondamentali: Come respiri, stai. Respirare bene è il primo passo per vivere serenamente. Resta nel qui ed ora. Solo così si può cogliere la magia. Coltiva le tue passioni. L’università non è tutto. Non fatevi rubare tutta la gamma di emozioni che potete regalare a voi e agli altri per qualche esame sul libretto. Non ne vale la pena. No, neanche per una sfilza di 30. Presto usciranno i video del concerto. Intanto seguiteci su Instagram, Facebook e Youtube! P.S. Se vivi a Roma e ti piacerebbe cantare in coro, le audizioni sono aperte!

Aspettative e realtà

Eccoci qua, già è finito il primo mese dell’anno e siamo di nuovo immersi nella routine con il ricordo ancora fresco delle feste e qualche pandoro (per me i panettoni non esistono) da smaltire. Sono partita il primo gennaio con obiettivi e aspettative e, come sempre, molte cose sono già cambiate perché la vita non chiede mai il permesso. Ti scompiglia i capelli (nella migliore delle ipotesi), ti travolge e sorprende.Gli obiettivi evolvono e io con loro, come è giusto che sia. E sono contenta della direzione che sta prendendo la mia vita, personale, accademica e lavorativa.(A proposito, fino a domani sono aperte le iscrizioni per la masterclass Anki PRO di febbraio. Scrivetemi per maggiori info!!)Quelle su cui mi voglio concentrare sono le aspettative perché calibrano le reazioni a quello che ci succede e nei primi giorni dell’anno tendiamo giusto un pochino a esagerare con l’ottimismo. A inizio mese volevo dare due esami a gennaio e così finire la mia sessione invernale. Mi sono resa conto poi che era un programma insostenibile, considerata la mia preparazione in Medicina di Laboratorio. Ho posticipato questo esame e la mia sessione si è decisamente allungata andando a coprire tutto febbraio. Decisamente non è andata secondo le mie aspettative.Immagino che possa essere capitato anche a voi. E il sentimento di delusione che si sente conseguentemente non vi sarà nuovo. Il fatto è che, come dicevo, dipende proprio dalle nostre aspettative. Se ci aspettiamo zero, anche ottenere uno è un successo mentre se volevamo dieci, ci sembrerà di aver fallito alla grande.Dovremmo finire per non avere obiettivi e aspirazioni per evitare delusioni? Certo che no ma possiamo lavorare sulle aspettative e aggirarne gli effetti negativi. Impegnati per raggiungere 10, 30, 1000 ma non aspettarti più di zero o poco più.Il trucco sta proprio sul dividere l’impegno dalle aspettative e non dare mai per scontato un risultato. Io riesco ad applicare questo consiglio escogitando piani b, c, d, e, f per i miei obiettivi e pensando a ridosso della prova che è tutto un gioco, una simulazione, decisamente non la mia ultima possibilità. Prepararsi al peggio è il miglior modo per non aspettarsi automaticamente il meglio. Voi come gestite le aspettative?

Una danza un po’ particolare

Cari amici, questa settimana è stata una vera montagna russa.Lunedì ho dato l’esame di Immunologia (trovi il vlog sotto!) ed è andato bene.Dopo ‘sta botta di dopamina post-esame è arrivata… l’ANSIA per il prossimo: Medicina di Laboratorio. È un esame da 14 cfu e per ora ne ho fatti ben… 2😂 Il programma è corposo e non ho tantiiiissimo tempo. Ci sono stati giorni in cui ero molto giù di morale, non sapevo se avessi sbagliato io a organizzarmi, se era fattibile o se era meglio rimandare. Insomma, non è stato tutto rose e fiori.Ed è su questo che vorrei concentrarmi in questa newsletter: la ricerca dell’equilibrio. Non sempre si riesce a tenere le fila di tutto. A volte, per quanto lo vorremmo, non riusciamo a prenderci un momento per noi come altre non riusciamo a studiare quanto dovremmo e/o vorremmo. Va bene in entrambi i casi. Capita.Equilibrio significa anche accettare l’imperfezione, sia da un lato che dall’altro. Non ho una soluzione pronta all’uso per trovare l’equilibrio e la serenità eterne ma anche se ci fosse, non credo sarebbe completa. L’equilibrio è una ricerca continua, una danza tra gli eventi e gli umori della vita di tutti i giorni. E noi non possiamo far altro che continuare a danzare con l’obiettivo di non cadere e realizzare la migliore coreografia possibile. E allora, buona danza.

Relax in sessione

“Non sono occhi che si incontrano ma anime che danzano, che si accordano tra loro facendosi spazio a vicenda fino a che non esistono più nascondigli” Sono a Roma. A casa. Stanca e felice. Questo weekend sono stata a Livorno per un concerto di coro ed è stato a dir poco… magico. Per una serie (s)fortunata di eventi ci siamo ritrovate a Livorno senza la nostra direttrice e con qualche assenza (Marghe, sei sempre nei nostri cuori). Ora, se voi avete una vaga idea di cosa significhi cantare in coro potrete capire quanto sia difficile non avere il direttore a guidarti e aiutarti a trasformare semplici note in musica. La prossima volta che penserete che si tratta solo di una persona che agita le mani un po’ a caso, ricordatevi delle mie parole: serve, e manco poco. Ad ogni modo, il concerto era confermato e noi non potevamo non esibirci, direttrice o meno. Armate di flessibilità mentale e spirito di squadra, abbiamo organizzato il repertorio, provando i brani senza la nostra Camilla. È stato un esercizio mentale faticoso perché non c’erano scuse che tenessero, l’unica cosa da fare era ascoltarsi. E per farlo bisogna restare nel qui ed ora. Mica spicci. Arrivata l’ora del concerto, io mi sentivo euforica. Stavamo per fare qualcosa di straordinario e lo stavamo facendo insieme, compatte. Ci siamo schierate a semicerchio, Veronica ha dato le note ed è partita la magia. Potreste pensare che una volta che sai cantare basti aprire la bocca e tutto andrà bene… In realtà non è così. Di solito pensiamo sempre alle note, al dopo, al passaggio più difficile e crediamo che la riuscita del brano dipenda da quello. E invece è l’attimo prima a fare la differenza. Per fare la magia bisogna respirare. Respirare bene. In gruppo, come un’anima sola. Non so neanche spiegarvi l’emozione che mi porto nel cuore al ricordo degli sguardi carichi di intesa che ci siamo scambiate durante il concerto. Quando si canta si instaura una connessione così profonda che in un semplice sguardo si trova conforto, comprensione, passione, forza e tanta, tanta bellezza. Da questa esperienza mi porto a casa tante emozioni e tre insegnamenti di vita fondamentali: Come respiri, stai. Respirare bene è il primo passo per vivere serenamente. Resta nel qui ed ora. Solo così si può cogliere la magia. Coltiva le tue passioni. L’università non è tutto. Non fatevi rubare tutta la gamma di emozioni che potete regalare a voi e agli altri per qualche esame sul libretto. Non ne vale la pena. No, neanche per una sfilza di 30. Presto usciranno i video del concerto. Intanto seguiteci su Instagram, Facebook e Youtube! P.S. Se vivi a Roma e ti piacerebbe cantare in coro, le audizioni sono aperte!

Se sei in sessione, leggi qui

In queste settimane sto attuando una strategia diversa dal solito per concentrarmi e portare a termine le mie todo lists. È un metodo molto semplice, si basa su un unico step, ma ha un effetto fortemente positivo. Probabilmente senza non sarei riuscita a fare diverse cose durante questo periodo pieno. E ora voglio dirtelo.Quindi se sei in sessione, continua a leggere. In sessione studi, tendenzialmente esci poco (magari perché ti hanno detto che è così che funziona) e ti senti che il tempo non basta mai, che vorresti più motivazione e forza per macinare pagine. Essere concentrata è una priorità.La mia strategia consiste in questo:Spegni il telefono in tutto il periodo della giornata in cui sai di essere produttivo. In questo modo massimizzerai il tuo tempo e riuscirai a portare a termine i tuoi obiettivi di studio e avere ancora tempo per te stessa.Ad esempio, io lo spegno la sera prima di dormire e lo riaccendo solo verso ora di pranzo. Avrete notato che sulle mie stories instagram, infatti, non pubblico prima di quell’ora. E giustamente qualcuna di voi potrebbe dirmi: “Lu, ma la sveglia?”, “e se mi cercano?”, “e se devo guardare qualcosa o contattare qualcuno?”.Sono domande legittime dato che il cellulare lo usiamo per vari intenti ma sono tutte questioni risolvibili.La sveglia? La metto sull’ipad e se non lo avessi me la sarei comprata.Le persone che contatto più spesso sanno che spengo il telefono in quegli orari e non si preoccupano se non rispondo. Se mi devono dire qualcosa urgentemente possono scrivermi una mail o chiamare qualcuno che sta a casa con me. Tutto il resto è rimandabile. Ovviamente in caso di urgenza ho acceso il telefono prima ma lo evito il più possibile perché l’energia che mi toglie il cellulare al mattino non me la rida nessuno. Ho trovato la pace nel non avere l’ansia di vedere le notifiche, nel poter seguire il flow del mio lavoro senza interruzioni a meno che non sia io a volerle. Ho scoperto che quando sono concentrata il tempo sembra dilatarsi e in mezz’ora riesco a fare così tante cose che mi sembra quasi una magia. E forse un po’ lo è: la magia della concentrazione. Naturalmente dipende tutto da te: che cosa vuoi? Concentrazione o distrazione?Fammelo sapere nei commenti.

Non scrivo più i miei obiettivi annuali

Avete letto bene: non scrivo più i miei obiettivi annuali.Io. Regina della produttività. Non scrivo i miei obiettivi annuali.Sembro impazzita, vero? E invece no. Non li scrivo più. Li rendo reali, tangibili.Ieri ho creato la mia vision board per il 2023. Una vision board è idealmente una lavagna in cui si attaccano immagini che rappresentano come desideri che sia la tua vita. Ne ho sentito parlare diverse volte sui social ma mi sembrava tanto fumo e poco arrosto. Invece poi ne ha parlato la Dr. Tara Swart nel podcast “Deep dive with Ali Albdaal” e l’ho riconsiderata. Era già un mesetto che ci pensavo e ieri nel pieno di una todo list infinita che non avrei mai concluso entro giornata aggiunta a un senso di malinconia ho seguito l’istinto e mi sono messa a comporre la mia vita nel 2023. È stato emozionante, empowering ed efficace. Più di tutte le liste e le mappe degli obiettivi che abbia mai scritto in vita mia.Non dovrei neanche essere così meravigliata. Io lo so che il cervello pensa per immagini. Quindi il miglior modo per comunicargli i miei obiettivi è farglieli visualizzare tramite immagini. Mi sento di aver scoperto l’acqua calda e sono comunque meravigliata. Una volta finita la mia vision board, l’ho salvata e messa come sfondo del desktop e dell’ipad. La stamperò e la attaccherò al muro di fronte alla mia scrivania. È il mio modo di ricordarmi da dove vengo, dove voglio andare e perché voglio andarci. Se non avete mai fatto una vision board, vi consiglio di provare. Io ho usato Power Point e ho cercato le immagini su Pinterest, Google immagini e il mio album digitale. Niente di più facile. Se preferite il cartaceo, armatevi di riviste e stampante e una tavola di sughero dove appendere le vostre foto. Poi mandatemi le vostre vision board, sono curiosa ed emozionata di vederle. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate e rispondere a ogni vostra domanda riguardo i miei servizi.

Volere non è potere

Ciao amici, questa settimana mi sono immersa nella lettura di “Forse sei già felice e non lo sai” di Paolo Borzacchiello e mi sono scontrata con una grande verità, che mi stava sotto il naso da tutta la vita ma io non la vedevo proprio: volere non è potere. Sono sempre stata abbastanza ottimista nella mia vita, soprattutto negli ultimi anni le cose mi vanno (quasi) tutte bene e ho iniziato a pensare che anche il giusto atteggiamento fa la differenza (il che è ancora vero ma con le dovute premesse). Volere è potere: ormai è una frase così inflazionata che fa parte del parlare comune. E se non puoi allora non hai voluto abbastanza.E qui casca l’asino. È davvero così? Paolo Borzacchiello ci racconta di no con esempi semplici ma efficaci.Non importa quanto voglia stare con una persona, se la suddetta persona non ricambia non si può e basta.Non importa quanto Paolo Fox ci abbia descritto un 2020 roseo ricco di viaggi (fa molto ridere leggerlo ora, vero?), la pandemia ci ha costretto a casa con la paura di abbracciarci, figuriamoci di viaggiare.Insomma, non sempre volere è potere. Arrivati a questo punto potreste chiedervi come ho fatto io: ma allora non ha più senso porsi degli obiettivi sfidanti per uscire dalla comfort zone e migliorare al livello personale? Ecco, no.Volere non è sempre potere ma questo non significa che non lo sia mai. Volere è potere solo nella misura in cui i nostri “voglio”sono rispettosi dei nostri “posso” (Paolo Borzacchiello) Immaginate la mia faccia quando ho letto questa frase. Vi do qualche idea: bocca aperta, negli occhi la consapevolezza di aver appena ricostruito un puzzle, matita alla mano per sottolineare cento volte queste parole. Nella mia vita ho voluto tanto e ho potuto anche molto. Non sempre le due cose sono state collegate. Ho la fortuna di vivere in una famiglia che mi supporta al 100%, mi sostenta economicamente, mi ha insegnato l’importanza di studiare ed essere sempre curiosa. Insomma, non mi sono fatta proprio tutta da sola, nonostante non voglia neanche sminuire tutti i miei sforzi perché ci sono stati. Tralasciando tutto questo però ho capito una cosa: riesco in tanti aspetti della mia vita perché voglio dove posso. Questo non significa che non abbia obiettivi ambiziosi perché ho sempre voluto e immaginato di arrivare sulla Luna in ogni cosa che faccio però per mia indole ho sempre puntato su progetti su cui sapevo di avere margine di miglioramento. Perché? Il discorso è abbastanza semplice.Per buttarmi a capofitto in un’attività ho bisogno di divertirmi nel processo. Se non trovo piacevole l’esperienza la lascio perdere. La vita -e di certo la giovinezza- è troppo breve per fare deliberatamente qualcosa che non ci faccia sorridere (almeno la maggior parte delle volte).Non ho mai trovato divertente qualcosa su cui non avessi visto dei margini di miglioramento, almeno un barlume di “posso”. Per questo motivo non ho mai giocato ai videogiochi: ero -e sono- così incapace che più che vedere una sfida divertente la vivevo come una tortura auto-inflitta e totalmente gratuita. E così ho continuato a ragionare anche negli altri ambiti della vita.Una volta trovato un progetto che mi appassiona e mi diverte posso pianificare anche la migliore spedizione su Marte, costruendo navicelle con le mie mani pezzo dopo pezzo, ma a monte c’è sempre una volontà sostenuta dai miei “posso” e dagli strumenti che ho a disposizione. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate e rispondere a ogni vostra domanda riguardo i miei servizi.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Ciao amici, sono arrivata alla fine di una settimana tosta al livello mentale ed emotivo ma che mi ha anche dato tante soddisfazioni. Ho ufficialmente finito gli esami del secondo anno di Medicina HT e sono a un terzo del mio percorso! Sono fiera e soddisfatta di quello che ho raggiunto e di quanto sto facendo.Nel mentre continuo a creare contenuti per voi, a sentirvi in privato per aiutarvi e mi date una gioia immensa. Sapere che vi fidate di me e che volete i miei consigli è una cosa che mi stupisce e meraviglia ogni giorno. Inoltre, alcuni di voi hanno deciso di fare il passo ancora successivo e iscriversi alle masterclass e alle coaching e io non potrei essere più grata di tutto ciò. Arriveremo alle stelle, me lo prometto e ve lo prometto. Sembra una settimana magnifica, no?E invece non è tutto oro quel che luccica. È stata una settimana anche ricca di ansie e decisioni difficili per tutta una serie di motivi. È stato difficile ma ho affrontato a testa alta giorno dopo giorno e penso che questo mi renda ancora più fiera di me. Sono una persona molto emotiva, magari qualche anno fa tutto questo mi avrebbe buttato giù e invece eccomi qui, in piedi, petto in fuori, ancorata al presente ma con lo sguardo al futuro. Diciamo che nella vita il bicchiere o lo vedi mezzo vuoto o mezzo pieno. E pensiamo che costringerci a vederlo mezzo pieno sia la soluzione, che il pensiero positivo ci proteggerà da tutto. Io non credo sia così salvifico, anzi.Io penso che è giusto guardare il bicchiere per quello che è: non pieno, non vuoto. Mezzo. Per l’appunto.Il problema non è il bicchiere, il problema è il significato e il peso che vogliamo dargli noi. E io ho deciso di guardare con gioia ciò che ho, accettare i vuoti e valorizzare cosa possono significare: nuove possibilità di pienezza, che magari mi daranno ancora più gioia di quanta possa immaginare. Spero che questa riflessione possa aiutare anche voi. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate e rispondere a ogni vostra domanda riguardo i miei servizi.

Fallisci solo se molli

Ciao amici, questa settimana è stata DI FUOCO🔥 Non ho avuto tanti impegni -non più del solito almeno- ma al livello mentale ed emotivo vi assicuro che è stata una dura prova. Ho lanciato il mio primo servizio in assoluto: 3 masterclass su organizzazione, produttività e anki e coaching 1:1 cucite su misura su di te (trovate le info cliccando qui).Non potete immaginare l’ansia di organizzare tutto, pensare ai programmi, ai prezzi, alle date. Continuavo a pensare “e se non fregherà niente a nessuno?”, “ma se non andasse bene?”. La mia mente era affollata di dubbi e non riuscivo a concentrarmi su nient’altro. Come sempre uscire dalla comfort zone provoca ansia, scomodità, attrito, ma sapevo che avevo bisogno di farlo per inseguire i miei sogni e obiettivi. E a un certo punto tra un dubbio e l’altro, l’insicurezza di farlo davvero o tirarsi indietro e non rischiare, ho capito una cosa: c’erano infiniti modi per avere successo ma un unico modo per fallire, non provarci.Quindi mi sono buttata -con le gambe che tremavano- ed è andata meglio di quanto sperassi. Ho fatto una live su Instagram per annunciare il lancio e le persone presenti erano entusiaste del progetto, ci sono state già alcune adesioni per le masterclass e una coaching e sono contenta di aver dato questa opportunità sia a me stessa che a voi. Ci sono ancora posti disponibili, sarei felice di incontrarvi -anche se via web- e aiutarvi a realizzare i vostri sogni, non importa quanto siano grandi. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di rispondere a ogni vostra domanda riguardo i miei servizi. 

Un’ora tutta per sé

Ciao amici, quanto tempo dedicate a voi stessi e voi soltanto?Intendo proprio tempo che potete dedicare a voi, alla vostra formazione nella tranquillità più assoluta. Io sapevo di averne bisogno. Sono e sarò sempre la mia prima priorità.Nell’ultimo periodo però tra impegni e lezioni all’università non riuscivo a trovare un’ora pulita al giorno da dedicare a me stessa e basta per leggere, ascoltare podcast, guardare video. Formarmi e trovare nuovi spunti mi riempie di gioia, energia ed entusiasmo. Influisce tanto sul mio umore e sul modo in cui riesco ad affrontare le mie giornate. Tutto questo però io una settimana fa non lo sapevo, non ne ero cosciente. Cosa è successo? Ho iniziato ad andare in macchina all’università. Si dà il caso che in Sapienza per trovare parcheggio l’unica alternativa sia presentarsi alle 7:00-7:10. In pratica per forza di cose mi sono ritrovata con un’ora pulita, ogni mattina prima di iniziare la mia giornata, da dedicare totalmente a me. E mi ha svoltato. Ho iniziato le giornate con una carica diversa e un sorrisone dopo aver scoperto qualcosa di nuovo o aver ricevuto uno spunto di riflessione diverso. In breve – che sia la mattina, il pomeriggio o la sera- trovatevi un’ora per voi, un luogo in cui non possano disturbarvi e dedicatevi a quello che vi appassiona. È il momento per leggere quell’articolo che vi interessava, guardare quel video che vi hanno consigliato o per meditare, fare yoga o sport, scoprire nuova musica, immaginare di andare sulla luna o semplicemente bervi un tè in santissima pace. Insomma, avete capito… ma prendetevelo quel tempo perché il miglior investimento che possiate fare siete voi stessi. Sentitevi liberi di commentare o scrivermi una mail. Sarei felice di sapere cosa ne pensate.